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In un Paese innevato su cui regna un sovrano ingiusto e crudele, da tredici anni imperversa una terribile maledizione. Uno dopo l’altro, i bambini nati lo stesso anno dell’erede al trono spariscono senza lasciare traccia. Per lenire il dolore, i genitori adottano cuccioli di tigri, orsi, elefanti e rinoceronti da cui si fanno aiutare nel lavoro dei campi, nella pesca e nella caccia. All’età di dodici anni anche Anya, una fanciulla bella, intelligente e temeraria, sparisce così come era accaduto anni prima al suo gemello Luka. Neppure Tigre Bianca, il cucciolo di tigre che i suoi genitori hanno adottato per difenderla, è riuscita a salvarla dalla maledizione. Anya è prigioniera di una maga responsabile di un’oscura predizione ma non tarderà a svelare il mistero e affronterà il pericolo con coraggio, astuzia e l’aiuto di un esercito straordinario. A raccontare questa storia è il tempo – non il tempo che fa, il tempo che passa – incubo dei genitori straziati dalla paura di perdere i figli e dalla nostalgia per i bambini ormai scomparsi. Pagina dopo pagina, le immagini sublimi di François Roca e il testo ricco di suspense di Fred Bernard congiurano nell’intento di gelarci il sangue. Come gli abitanti del Paese del Grande Bianco sprofondano sempre più nella neve di stagione in stagione, così il lettore si ritrova immerso fino al collo in un’avventura epica densa di richiami letterari. L’ambientazione ricorda Le cronache di Narnia di C.S. Lewis e La regina delle nevi di Hans Christian Andersen e farà sentire a proprio agio gli amanti della serie Il trono di spade mentre la predizione come motore della vicenda è un classico della narrativa fantastica ed evoca associazioni bibliche (la strage degli innocenti) e fiabesche (La bella addormentata nel bosco). Ma a imprimersi nella nostra mente sono soprattutto le immagini, dove regnano incontrastate le tonalità fredde dell’azzurro, a sottolineare da un lato le condizioni climatiche avverse e dall’altro la tragicità degli eventi nonché il temperamento glaciale dei personaggi. La corporatura di questi ultimi trasmette un’impressione di solidità mentre i volti dalla ricca espressività comunicano di volta in volta determinazione, coraggio, orgoglio e ferocia. Tra queste creature a sangue freddo spiccano la carismatica eroina, la maga dai lunghi capelli neri e dalle inquietanti orbite vacue e soprattutto l’enorme e ieratica Tigre Bianca, incarnazione di volontà, intelligenza e serenità.
Fred Bernard è nato in Borgogna. Grande amante della natura, sarebbe forse diventato veterinario o esploratore se non avesse vinto il concorso per entrare all’Accademia delle Belle Arti di Beaune. Successivamente ha seguito i corsi della scuola Émile Cohl a Lione dove, nel 1991, ha conosciuto François Roca, che sarebbe diventato suo amico e collaboratore. Nel 1994 ha vissuto per un anno in Inghilterra, dove si è destreggiato tra vari lavoretti e ha eseguito centinaia di schizzi. Nel 1996 ha pubblicato i suoi primi albi illustrati per ragazzi: ha realizzato i testi e le illustrazioni di Mon ami crocodile per Albin Michel Jeunesse, le illuustrazioni di Warf, le pirate con P.H. Turin per Seuil Jeunesse, e ha scritto La Reine des fourmis a disparu per Albin Michel Jeunesse, albo tradotto in immagini da François Roca e vincitore di numerosi premi (Goncourt jeunesse 1997, premio Sorcière 1996, premio Jérôme Main). Da allora, ha realizzato uno o due albi all’anno con François e L’Arche de Nino con l’amico Nino Ferrer. Dagli scrittori appassionati di viaggi, J. Conrad, H. Melville, J. London, E. Hemingway, R. Gary, ha attinto il gusto per la lettura e la scrittura. Ispirandosi ai propri ricordi, incontri, viaggi, Fred Bernard immagina personaggi vivaci e avvincenti e storie singolari che non interessano solo ai bambini. Nel maggio del 2001, di ritorno dall’Africa, si è lanciato nel fumetto (La Tendresse des crocodiles, L’Ivresse du poulpe, Lily Love Peacock, e più di recente La Patience du Tigre). Narratore instancabile e curioso, adora cimentarsi con ogni genere di scrittura e gioca con i propri modelli per meglio reinventarli. François Roca è nato a Lione. Ha studiato a Parigi all’École Nationale des Arts Appliqués Olivier de Serres, e poi a Lione, alla scuola Émile Cohl. Diplomatosi nel 1993, si è dedicato per qualche tempo alla pittura, per poi concentrarsi esclusivamente sull’illustrazione. Illustra soprattutto i testi del suo compare Fred Bernard, con il quale costruisce un universo immaginario che si rinnova a ogni albo. Questa associazione “penna-pennello”, poco comune nell’editoria per ragazzi, gli permette di accostarsi a temi affrontati di rado. Un albo in particolare ha segnato una svolta nella collaborazione: Jésus Betz, vincitore del premio Baobab 2001 e del Goncourt Jeunesse 2002. Ciò ha permesso ai due artisti di raccontare più liberamente storie destinate agli adulti: L’Homme-Bonsaï, L’Indien de la tour Eiffel… Nel contesto di architetture urbane così come di paesaggi naturali incontaminati, François ama dar vita a personaggi vicini a quelli che lo facevano sognare da piccolo, conosciuti tramite il piccolo o il grande schermo. François realizza anche copertine di romanzi e di riviste. Erede dei pittori che ama e ammira, rende loro omaggio nei suoi albi citandoli tramite allusioni o trasposizioni che gettano ponti tra artisti nel tempo (E. Fromentin, E. Hopper, F. Remington, J.W. Waterhouse, N.C. Wyeth, Vermeer, L.A. Tadema, D. Cornwell, J.L. Gérome…). Riferimenti letterari e cinematografici impreziosiscono sovente le sue opere, che si caratterizzano per le luci e i chiaroscuri eccellenti. Con #logosedizioni Fred Bernard e François Roca hanno pubblicato: Rose e l’automa dell’opera (2014), Il pompiere di Lilliputia (2014), La figlia del samurai (2015), Jésus Betz (2015), L’uomo-bonsai (2015), Anya e Tigre bianca (2016), Il fantasma del circo d’inverno (2017), La maledizione dell’anello d’oro (2018), L’indiano della Torre Eiffel (2020), King Kong (2021) e Solveig. Una Vichinga nella terra degli Irochesi (2024).
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