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C’erano lupi grandi e lupi piccini. Lupi appena nati… e lupi stagionati Questo racconto ci catapulta in un surreale universo libresco dove i lupi di tutte le favole convivono allegramente aspettando di essere chiamati al prossimo appuntamento letterario. Nell’attesa, ognuno si diverte a modo suo scorrazzando su e giù per il libro, dove il tempo è scandito dai richiami della fame di Lupo Ghiottone. La mancanza di cibo li mobilita tutti per uno scopo comune, una necessità condivisa: saziare la fame! L’andirivieni dei lupi da una pagina all’altra chiede la complicità e l’interazione del lettore, che deve saltellare con loro avanti e indietro tenendo i cinque sensi ben all’erta! “Dopo aver letto e riletto la storia ho notato che non esistevano riferimenti spazio-temporali, cosa che la rendeva perfetta per me…” commenta l’illustratore catalano Roger Olmos che, libero da tale costrizione, ha ricreato un mondo allegro e folle. Entrando nell’universo dei lupi, ci si ritrova infatti in una sorta di parco giochi fatto di piattaforme, case, ponti e sculture che si incastrano l’uno nell’altro come pezzi di un puzzle. Come contrappunto a una copertina solo all’apparenza “un po’ aggressiva”, Roger Olmos, con il suo caratteristico senso dell’umorismo, mette a guardia di questo coloratissimo mondo un lupetto timido e curioso che fa capolino da una tenda. In questo modo, introduce quell’elemento di tenerezza che permea le illustrazioni del racconto e anticipa l’idea che gli abitanti del libro non siano poi così terribili. Seguendo questa strada, rifugge i toni scuri, più appropriati ai “cattivi” delle favole, e opta per una tavolozza di sgargianti colori a olio, segnalando immediatamente al lettore che, da queste parti, non c’è proprio nulla da temere.
L’illustratore: Roger Olmos è nato a Barcellona nel 1975, e si è avvicinato al mondo dell’illustrazione fin da bambino. Al termine degli studi, dopo un apprendistato all’Institut Dexeus come illustratore scientifico, si iscrive alla scuola di arti e mestieri Llotja Avinyò, per poi dedicarsi all’illustrazione di libri per ragazzi. Nel 1999 viene selezionato alla Bologna Children’s Book Fair, e lì conosce il suo primo editore. Da allora ha pubblicato oltre novanta titoli con svariate case editrici spagnole e internazionali. Grande amante degli animali, ha adottato uno stile di vita vegano e da anni con la sua arte si impegna a promuovere il rispetto dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi.
Premi e riconoscimenti:
Con #logosedizioni ha pubblicato: La capra matta (2007), La cosa che fa più male al mondo (2007), Seguimi! (una storia d’amore che non ha niente di strano) (2008), Una storia piena di lupi (2012), Storia del bambino buono / Storia del bambino cattivo (2012, disponibile anche in inglese e spagnolo), Senzaparole (2014, libro e portfolio), Calando (2015), La leggenda di Zum (2015), Rompicapo (2015), Cosimo (2016), Amigos (2017), Stop (2017), La Zanzara (2017), Lo struffallocero blu (2018), Lucia (2018), La foca bianca (2019), Grindadráp (2019), La foca bianca – Edizione speciale (2019), L’Isola del Tesoro (2020), Aquarium (2020), Happy Meat (2020), L’Isola del Tesoro – Edizione speciale (2020), Taiji (2021), Amici per la pelle (2021), Shark! (2022), Il richiamo della foresta (2021), Il canzoniere della Ciopi (2022), La forza dei forti (2023), Alfabeto manuale (2023), Piccolo vocabolario Bebè e genitori (2023 , Senzaparole - Nuova edizione (2023), Kosmos (2023), La peste scarlatta (2024) e Plop (2024).
L’autore: Roberto Aliaga (Argamasilla de Alba, 1976) è biologo e autore di testi di letteratura per l’infanzia. In seguito al successo di pubblico e critica di Cactus del desierto (2007), ha continuato a scrivere e pubblicare a ritmo serrato, in particolare testi per albi illustrati, ma anche romanzi per ragazzi. I suoi lavori sono stati tradotti in una dozzina di lingue: catalano, galiziano, basco, inglese, francese, portoghese, italiano, tedesco, turco, giapponese, coreano e polacco. Con #logosedizioni ha pubblicato: Il sogno dell'orsetto rosa, Dormi dormi tartaruga, Codrillo e le bugie di Marino.
#ILLUSTRATI #logosedizioni
C’era una volta una storia piena di lupi. C’erano lupi grandi e lupi piccini. Lupi dormiglioni e lupi furbacchioni. Lupi appena nati… e lupi stagionati. Così comincia questa storia. Ed è davvero una storia piena di lupi! Se ne trovano dappertutto, nelle sgargianti immagini realizzate da Roger Olmos con la tecnica a olio. Già i colori scelti ce li fanno apparire un po’ diversi dai classici animali cattivi delle fiabe che tutti conosciamo: ci sono lupi azzurri, lupi verdi, lupi arancioni, viola e perfino lupi rosa! Alcuni sono neri ma non fanno troppa paura: vi spaventereste davanti a un lupo che indossa un paio di grossi occhiali da sole con le lenti rosse, o un altro che saltella con in testa un buffo cappello? In un panorama urbano surreale e coloratissimo, una sorta di gigantesco parco giochi dove piattaforme, case, ponti, fontane e sculture si incastrano come in un puzzle, si sono magicamente riuniti i lupi di tutte le favole del mondo: eccone uno giallo con un paio di occhiali viola che sale una scala aiutandosi con un bastone, eccone uno verde che prende il volo a bordo di un razzo, uno viola che si lancia col paracadute, un altro che guarda la TV con in mano il telecomando, ecco un lupo vigile urbano, tre lupi muratori… non si sa proprio dove guardare, ce ne sono ovunque! E non mancano neppure oggetti ed elementi architettonici a forma di lupo; ad esempio il portone in copertina che, con le zanne aguzze in bella in mostra, potrebbe sembrare minaccioso, non fosse per le fioriere che lo affiancano e il timido lupetto che fa capolino dal suo interno scostando una tenda. Basta sfogliare poche pagine per trovare poi una fontana con sculture di lupi che versano acqua dalla bocca, un orologio con un lupo che muove le zampe come fossero lancette e addirittura un lupo-dirigibile! Ma cosa succede di preciso in questa strana città? Qual è la storia che si racconta in questo libro? Tutto comincia con un grasso lupo azzurro che, con in mano un megafono e al collo un bavaglino da neonato, esclama: “Urca che fame! Voglio cenare!”. Lupo Ghiottone (mai nome fu più azzeccato!) rimane tutto solo a pagina 9, così prova a addentare le lettere del libro mentre gli altri lupi vanno in cerca di cibo. Non riuscendoci, salta alla pagina successiva, piena di scivoli e ottovolanti, e prova a divorare le parole. Ma non gli piacciono perché sono dure e sanno di tintura, così le sputa subito. Intanto gli altri lupi, che hanno perlustrato la città in lungo e in largo, tornano mestamente a pagina 13 senza aver trovato niente di buono. Finché, a un tratto, Lupo Orecchiuto capta un rumore. Ma è solo la scopa di Lupo Spazzino. Per fortuna Lupo Nasuto fiuta qualcosa ma… ahimè, è solo la poltrona di Lupo Barbiere. Ecco, ora sì che ci siamo! Lupo Occhiolino ha avvistato la bambina che sta leggendo il libro. Sì, proprio questo libro, da cui Lupo Ghiottone sbuca fuori strappando una pagina, con l’acquolina in bocca. Ma davvero la storia finirà male e i buffi lupi in abiti improbabili si mangeranno una bambina? Lo scopriremo solo se anche noi avremo il coraggio di scorrazzare insieme a loro su e giù per il libro, senza paura che ci tirino dentro per mangiarci! Pagina dopo pagina, le immagini di Roger Olmos ci incantano con la vivacità dei colori, ci sorprendono con una straordinaria galleria di personaggi strampalati e con continue variazioni di prospettiva, ci invitano a scovare gli innumerevoli dettagli che non saltano immediatamente all’occhio. Parallelamente, la costruzione ripetitiva del testo orchestrata da Roberto Aliaga, che procede secondo il ritmo di una filastrocca, rende la storia perfetta per essere raccontata ad alta voce, imprimendosi nella memoria dei bambini che ancora non sanno leggere e che potranno guardare al lupo, il “cattivo” di tante fiabe, da un punto di vista finalmente diverso.
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Francesca Del Moro
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