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In un giorno qualsiasi, di un inverno qualsiasi, alla porta della tranquilla locanda Ammiraglio Benbow si presenta uno strano marinaio. È alto e massiccio, ha il volto arso dal sole, le mani graffiate e porta con sé una grande cassa, a cui non vuole che nessuno si avvicini. Si ubriaca tutte le sere e non la smette di canticchiare: “Quindici uomini sulla cassa del morto / Yo-ho-ho e una bottiglia di rum!”. Jim, il figlio dei gestori, è affascinato e allo stesso tempo spaventato da questa figura così cupa e misteriosa, che sembra dare confidenza soltanto a lui e continua a ripetergli di avvisarlo nel caso veda un marinaio con una gamba sola. Ben presto si scoprirà che l’insolito avventore è un terribile pirata, con un passato turbolento e una ciurma di furfanti che gli sta alle calcagna, mossa da intenzioni tutt’altro che amichevoli. Quando finalmente alcuni di loro riescono a scovarlo e irrompono nella locanda è troppo tardi: il vecchio Billy Bones (questo è il suo nome) è morto, la sua cassa è stata aperta e ciò che stanno cercando non si trova più al suo interno. Chi li ha preceduti è proprio Jim, che frugando tra gli averi del pirata in cerca del denaro che gli doveva per il soggiorno, ha trovato uno strano pacchetto, contenente un quaderno e… la mappa di un tesoro nascosto! Grazie all’aiuto del medico e del notabile della contea, Jim si imbarca in un’incredibile avventura in cui dovrà dare prova delle sue qualità: perché a bordo della Hispaniola niente e nessuno è come sembra e il pericolo è sempre in agguato… Con le sue immagini a olio evocative e affascinanti, Roger Olmos illustra uno dei più grandi classici dell’avventura per ragazzi, riproposto in una nuova traduzione per i classici della Ciopi. Una storia in cui coraggio e astuzia, avidità e generosità, lealtà e inganno, si mescolano fino a perdere i propri confini; un romanzo straordinario che, da più di un secolo, lettori di tutte le età divorano col fiato sospeso, fino all’ultima pagina.
L’illustratore: Roger Olmos è nato a Barcellona nel 1975, e si è avvicinato al mondo dell’illustrazione fin da bambino. Al termine degli studi, dopo un apprendistato all’Institut Dexeus come illustratore scientifico, si iscrive alla scuola di arti e mestieri Llotja Avinyò, per poi dedicarsi all’illustrazione di libri per ragazzi. Nel 1999 viene selezionato alla Bologna Children’s Book Fair, e lì conosce il suo primo editore. Da allora ha pubblicato oltre novanta titoli con svariate case editrici spagnole e internazionali. Grande amante degli animali, ha adottato uno stile di vita vegano e da anni con la sua arte si impegna a promuovere il rispetto dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi.
Premi e riconoscimenti:
Con #logosedizioni ha pubblicato: La capra matta (2007), La cosa che fa più male al mondo (2007), Seguimi! (una storia d’amore che non ha niente di strano) (2008), Una storia piena di lupi (2012), Storia del bambino buono / Storia del bambino cattivo (2012, disponibile anche in inglese e spagnolo), Senzaparole (2014, libro e portfolio), Calando (2015), La leggenda di Zum (2015), Rompicapo (2015), Cosimo (2016), Amigos (2017), Stop (2017), La Zanzara (2017), Lo struffallocero blu (2018), Lucia (2018), La foca bianca (2019), Grindadráp (2019), La foca bianca – Edizione speciale (2019), L’Isola del Tesoro (2020), Aquarium (2020), Happy Meat (2020), L’Isola del Tesoro – Edizione speciale (2020), Taiji (2021), Amici per la pelle (2021), Shark! (2022), Il richiamo della foresta (2021), Il canzoniere della Ciopi (2022), La forza dei forti (2023), Alfabeto manuale (2023), Piccolo vocabolario Bebè e genitori (2023 , Senzaparole - Nuova edizione (2023), Kosmos (2023), La peste scarlatta (2024) e Plop (2024).
L’autore: Robert Louis Stevenson nacque a Edimburgo il 13 novembre 1850. Fin dalla primissima infanzia soffrì di una malattia cronica ai polmoni che lo costrinse spesso a letto e a lunghi periodi di isolamento dai suoi coetanei. La solitudine di quegli anni venne attenuata dalla presenza della governante Alison Cunnigham, detta Cummy, e dai suoi crudi racconti religiosi, che lo spaventavano e affascinavano allo stesso tempo, influenzando notevolmente la sua immaginazione. Assecondando la tradizione familiare – il nonno e il padre erano famosi ingegneri specializzati nella progettazione di fari – frequentò la facoltà di Ingegneria presso l’Università di Edimburgo, ma perse ben presto interesse nello studio di quelle materie, dedicandosi invece alla letteratura e sviluppando uno spirito di ribellione verso le norme sociali. Nacque così un attrito nella relazione fra padre e figlio, che culminò con l’abbandono degli studi da parte di quest’ultimo, seguito da un tentativo di ricucire i rapporti attraverso l’iscrizione alla facoltà di giurisprudenza. Tuttavia, Stevenson non praticò mai la professione forense e iniziò invece a pubblicare saggi e racconti su alcune riviste. La sua salute cagionevole lo spinse a ricercare climi più miti, viaggiando spesso in Francia, dove, nel 1876, conobbe Fanny Osbourne, un’americana divorziata e madre di due figli che sposò nel 1880. Stabilitosi a Braemar in Scozia, nel 1881, mentre giocava con il figliastro Lloyd, Stevenson cominciò a disegnare la mappa di un’isola, dando nomi di fantasia ai vari luoghi. Dal disegno nacque l’idea di una storia che sfociò nel suo primo romanzo: L’Isola del tesoro. Pubblicato inizialmente a puntate sulla rivista per ragazzi Young Folks fra il 1881 e il 1882, il libro ottenne successo solo dopo la pubblicazione in volume nel 1883. Nonostante la sua salute cagionevole, quegli anni furono particolarmente prolifici per Stevenson: nel 1882 pubblicò Familiar Studies of Men and Books (Studi familiari di uomini e libri) e Le nuove mille e una notte, seguiti, nel 1883, dal romanzo storico La freccia nera. Nel 1884, a causa di una grave ricaduta, Stevenson fu costretto a trasferirsi con la famiglia nella località balneare di Bournemouth. La sua residenza, Skerryvore Cottage, divenne un fervente polo culturale e la meta di diversi artisti e scrittori fra cui Henry James. Qui lo scrittore portò avanti un’intensa produzione letteraria, pubblicando, tra il 1884 e il 1885, Il giardino dei versi, Il principe Otto, Il dinamitardo e, nel 1886, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, con cui raggiunse il culmine della sua carriera. Nel 1888, la commissione di un libro sui mari del sud divenne il pretesto per intraprendere un viaggio nel Pacifico che toccò le isole Marchesi, Tahiti e l’arcipelago delle Hawaii. Poiché durante la crociera la sua salute migliorò notevolmente, Stevenson decise di stabilirsi in quelle zone e, dopo qualche esplorazione, la sua scelta ricadde su Upolu, nelle Isole Samoa. In questo periodo pubblicò Le avventure di John Nicholson (1888), La cassa sbagliata (1889) e Il signore di Ballantrae (1889). Quando scoppiò la guerra per il controllo delle Samoa, lo scrittore si schierò dalla parte degli indigeni e questa presa di posizione gli valse la riconoscenza della tribù, che lo ribattezzò “Tusitala”, ovvero “narratore di storie”. Morì il 3 dicembre 1894 a causa di un’emorragia cerebrale mentre stava lavorando a un nuovo racconto: Weir di Hermiston. Venne sepolto sul Monte Vaea, la montagna più alta dell’isola.
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