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I BRAVI fotografi conoscono la tecnica. I GRANDI padroneggiano la composizione. I MIGLIORI rivelano la vera natura del soggetto.
Questo libro spiega i passi da percorrere per trovare la propria strada e diventare i migliori. Che amiate scattare in prima persona o desideriate capire qual è il fattore che eleva i grandi fotografi al di sopra degli altri, tra le sue pagine troverete ciò che cercate.
Presentando il lavoro di oltre una ventina di fotografi, incluso Freeman stesso, Fotografia creativa in 50 passi analizza in profondità ogni sfaccettatura di questa arte, dalle prime strade di Eugene Atget, dal sapore surrealista, al dirompente lavoro di Guy Bourdin e Art Kane nel settore della moda, fino alle opere documentarie al confine con le belle arti di Alec Soth e alle stupefacenti luci cittadine di Trent Parke.
Non si tratta di un libro tecnico sulle fotocamere o sugli stop. Un bravo fotografo può usare tanto lo smartphone che ha in tasca quanto una reflex di ultima generazione, o scegliere di lavorare su pellicola. Tutto ciò di cui ha bisogno – e ciò che costituisce l’oggetto di questo libro – è una serie di passi che gli permettano di trovare quella fondamentale scintilla di creatività da nutrire e trasformare in un vero e proprio fuoco.
È qualcosa che chiunque può imparare. “Esiste tutta una tradizione di pensiero” osserva Freeman “da Platone a Kant che ritiene la creatività qualcosa di innato che non può essere insegnato e che ha a che fare con la genialità. Semplicemente ce l’hai o non ce l’hai. Fine della storia. Io però non sono d’accordo”.
I passi che portano alla creatività sono a disposizione di tutti, basta solo sapere dove cercarli.
Ora sapete dove si trovano.
L’autore: Michael Freeman è forse l’esperto di fotografia più pubblicato in tutto il mondo, oltre a essere in prima persona un professionista di successo: una posizione guadagnata grazie a quarant’anni di lavoro nel settore dell’editoria e della pubblicità. Laureatosi presso il Brasenose College, Oxford University, Freeman iniziò a lavorare nel settore pubblicitario a Londra proprio durante quel periodo di entusiasmanti cambiamenti che ebbe luogo negli anni Sessanta. Nel 1970 prese la decisione che cambiò la sua vita e intraprese un viaggio lungo il Rio delle Amazzoni con due fotocamere di seconda mano. Vedendo che molti degli scatti realizzati durante il viaggio furono selezionati e pubblicati da Time-Life, decise di dedicarsi completamente alla fotografia.
Da allora, Freeman si è affermato come uno dei principali fotoreporter al mondo, e i suoi clienti includono tutte le principali riviste a livello internazionale, in primis quella della Smithsonian Institution (per cui ha realizzato oltre 40 articoli). Dei tanti libri che ha pubblicato, che hanno venduto oltre 4 milioni di copie in tutto il mondo, oltre 60 titoli sono incentrati sulla pratica fotografica. Questo suo lavoro divulgativo gli è valso il Prix Louis Philippe Clerc, consegnato dal Ministero della cultura francese.
I libri di fotografia di Michael Freeman, tra cui il best seller L'occhio del fotografo, sono stati tradotti in 27 lingue.
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