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Un libro per il 'GIORNO DELLA MEMORIA' per non dimenticare...
Menzione WHITE RAVEN tra gli albi più belli al mondo del 2009
Faccio un brutto sogno: c’è un drago verde con la lingua nera che mi vuole inghiottire. Anche le case sono verdi, Come l’erba del nostro giardino con l’altalena, dove un tempo giocavamo a pallone io e il mio papà. Mi manca così tanto! La mamma dice che presto saremo di nuovo tutti insieme.
Oltre alla realtà dei campi di concentramento – con tutto ciò che comportano in termini di fame, freddo, malattia, violenza e morte – a questo libro interessa ritrarre uno di quegli universi personali e famigliari che il nazismo ha distrutto, per lasciare al suo posto il silenzio, e un mondo più grigio. La separazione, la solitudine e la nostalgia pervadono ogni pagina. Ma i ricordi aiutano a fuggire dall’isolamento e dallo sradicamento e aprono – nell’inospitalità del lager – all’amore, all’amicizia e alla solidarietà. Se ogni forma di violenza risulta inammissibile, lo è a maggior ragione quella che distrugge l’innocenza. Per lottare contro di essa, il protagonista stringe un legame con Vadío (l’unico personaggio di cui sono noti il nome e l’etnia), con tutto ciò che questo comporta in termini di riconoscimento nell’altro e di catarsi personale. L’anonimo protagonista di Fumo scopre una terribile realtà, ma il passato, che è stato migliore del presente, persiste nella sua memoria. Il risveglio è doloroso, e chiede di adattarsi a condizioni di vita durissime; l’istinto di sopravvivenza gli dice che dovrà essere un bambino responsabile. È l’innocenza, più che l’impotenza, a segnare il finale: le mani di Vadío che cancellano per sempre la paura e scrivono con il fumo una parola magica sul cielo della Polonia.
La commovente storia firmata da Antón Fortes è accompagnata dalle intense immagini della polacca Joanna Concejo, di grande fascino e sensibilità, nonostante riflettano la terribile realtà del protagonista. Una realtà che risulta ancora più crudele se confrontata in maniera ricorrente con i ricordi della sua vita precedente, a cui è stato strappato.
Testo di Antón Fortes Illustrazioni di Joanna Concejo Traduzione di Antonella Lami
Joanna Concejo è nata nel 1971 a Slupsk, in Polonia e si è diplomata all'Accademia di Belle Arti di Poznan, nel 1998. Dopo aver terminato gli studi in Polonia, si è trasferita in Francia per seguire la famiglia. "Non pensavo davvero di fare l’illustratrice. Altre forme espressive mi interessavano molto di più:… Campi in cui sono anche riuscita a realizzare qualcosa. Poi la mia energia si è smorzata, assorbita dall’avventura di essere madre e moglie…. A poco a poco ho adattato la mia creatività ad uno spazio molto più piccolo e sottile: un foglio formato quaderno di scuola, una matita e qualche pastello colorato. Avevo trovato finalmente la mia misura." Attualmente abita e lavora Parigi. Negli ultimi anni è stata selezionata a Ilustrarte 2005 (Barreiro - Portogallo); Illustrare Andersen (Bologna, 2005); Figures Futures 2006, "Alice e Peter"(Salon du Livre et de la Presse Jeunesse – Montreuil). Nel 2007 è stata fra i 27 illustratori selezionati per la prima mostra internazionale del Blue Book Group, a Teheran. Nel 2005, ha vinto il premio di illustrazione Calabria Incantata.
#ILLUSTRATI #logosedizioni
Come dire l’indicibile? Come spiegare una delle realtà più infernali create dall’uomo nel XX secolo? Come raccontarla ai bambini? Non è facile parlare dell’Olocausto, specie con i più piccoli. Fortunatamente ci vengono in aiuto le poesie, le fiabe e i racconti, gli albi illustrati… come questo che è destinato anche – forse soprattutto – agli adulti e affronta il tema con delicatezza ma senza risparmiare nulla al lettore. Fumo narra in prima persona la storia di un bambino arrivato in un campo di concentramento nazista insieme alla sua famiglia e a molti altri ebrei. Racconta in immagini e parole strazianti la terribile vita nel campo mettendo in luce come, nonostante l’orrore impronunciabile, gli stenti, la morte come compagna di vita, sia possibile preservare sentimenti di estrema purezza: l'amore (materno), la solidarietà (tra gli ultimi), l’amicizia (tra ragazzi). Sono questi sentimenti che permettono di conservare una luce di speranza, un briciolo di umanità. Se la violenza è sempre inammissibile, lo è ancora di più quando annienta l’innocenza. Il piccolo protagonista riesce a mantenerla intatta grazie ai ricordi che lo aiutano a sfuggire all'isolamento e allo sradicamento per aprirsi all’amore e all’amicizia. Tristezza, malinconia, dolcezza, affetto... sono tante le emozioni che emergono e si intrecciano mentre si legge questa storia commovente. E nessun lieto fine sopraggiunge a rassicurare il lettore, a consolarlo e a scacciare l’infinita tristezza dell’ultima immagine sprofondata nel buio. E tuttavia apprendiamo una lezione importante: l’amicizia ci invita a superare le nostre paure e ad affrontarle con dignità. È necessario passare attraverso il dolore di quella immagine e del ricordo, affinché i più giovani e tutte le generazioni a venire non dimentichino. Occorre tramandare la memoria, affinché non si ripetano simili tragedie. Affinché gli uomini restino umani, non solo di fronte agli eventi più drammatici ma anche nella vita di ogni giorno, davanti a situazioni apparentemente meno disperate, che nascondono in sé il germe pericoloso dell’odio razziale. Occorre insegnare ai ragazzi l’empatia nei confronti di ogni altro essere vivente. Le illustrazioni di Joanna Concejo giocano un ruolo importante in questo albo e svolgono una funzione narrativa fondamentale, integrando il testo e conferendogli maggiore drammaticità. Realizzate a matita con alcuni tocchi di colore, le immagini acquistano un valore metaforico e caricano di emotività l’opera, riflettendo la terribile esperienza del protagonista: ecco dunque i colori spenti, smorzati, un grigio-marrone come tonalità dominante e alcune immagini iconiche, dai corpi reificati agli abiti imprigionati nelle reti, alla sagoma umana trasformata in un piccolo aeroplano di carta pronto a volare in cielo. Il grigiore di questa esistenza viene nondimeno ravvivato dai ricordi della vita precedente – l’album di famiglia su cui cala un velo opaco – e dagli affetti presenti. Sporadici tocchi di colore sottolineano i sentimenti di solidarietà e amicizia mentre le immagini della natura scandiscono lo scorrere del tempo e delle stagioni e regalano l’unica consolazione possibile: ecco l’azzurro dell’acqua, i fiori gialli o arancioni, l’erba verde. Per non dimenticare.
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Rossella Botti
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