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All’alba del secondo compleanno di Helen, centinaia di farfalle nere entrano da uno squarcio nel velo che protegge la sua culla e, cingendole occhi e orecchie, la sprofondano nell’oscurità e le impediscono, con il battito delle loro ali, di sentire le voci amate.
La bambina cresce come un essere selvaggio e capriccioso, chiuso nel suo mondo, e rifiuta l’affetto dei genitori che infine, disperati, cercano qualcuno che li aiuti a educarla. Così dal nord arriva un’insegnante di nome Anna che, grazie alla sua competenza e forza d’animo, riesce a strappare Helen al suo mondo di tenebra, trovando un modo per comunicare con lei: l’alfabeto manuale, che consiste nel formare le lettere con le dita sul palmo della mano dell’altro. Così Helen impara a poco a poco i nomi delle cose e da quel momento la sua vita cambia radicalmente.
È rivisitando nel suo personalissimo stile la classica dicotomia tra buio e luce che Ana Juan racconta la storia di Helen Keller e Anne Sullivan, nota ai più soprattutto grazie al film The Miracle Worker (USA, 1962), approdato in Italia proprio con il titolo Anna dei Miracoli. Attraverso un uso sapiente del chiaroscuro e l’alternanza tra il luminoso giallo dorato e i neri e i grigi del carboncino, l’autrice ricrea efficacemente la lotta che Helen e quella che lei chiama la sua “fata madrina” compiono insieme per uscire dal buio incontro alla luce.
Quella di Helen Keller e Anne Sullivan è una storia vera. Nata a Tuscumbia, in Alabama, nel 1880, a due anni Helen contrae una violenta malattia (forse scarlattina o meningite) che la lascia cieca e sorda. Isolata e frustrata, la bambina cresce capricciosa e violenta finché, grazie all’aiuto di Anne, impara a comunicare, leggere e scrivere, fino a diventare la prima persona sordocieca a laurearsi, e poi scrittrice, attivista e insegnante.
In occasione del cinquantenario della sua morte (1968–2018), #logosedizioni ripropone, attraverso i testi poetici e le splendide illustrazioni di Ana Juan, questa storia toccante e piena di speranza, arricchita da una tavola e un testo di approfondimento dedicato all’alfabeto manuale.
Anna dei miracoli è il terzo volume della collana CBM #logosedizioni, inaugurata con Blind di Lorenzo Mattotti, cui è seguito Lucia di Roger Olmos. La collana ha il preciso scopo di aprire una finestra sul mondo della disabilità e della diversità, e di creare empatia a partire dal principio di inclusione. È una collana rivolta ai bambini, e non solo, che vuole mostrare realtà sensibili per e con i loro occhi.
L’autrice e illustratrice: Ana Juan è un’illustratrice, scrittrice e pittrice spagnola. Nata a Valencia nel 1961 e trasferitasi a Madrid nei primi anni Ottanta, ha alle spalle numerose pubblicazioni e mostre in tutto il mondo, dalla Spagna agli Stati Uniti, passando per il Giappone. Conosciuta per le sue interpretazioni originali, malinconiche, romantiche, e talvolta un po’ spietate, della realtà e delle sue storie, ha illustrato svariate copertine per il New Yorker, articoli per El País e le copertine dei romanzi di Isabel Allende e di diversi classici della letteratura mondiale. Vincitrice – tra l’altro – nel 2005 del Premio Ezra Jack Keats per il miglior illustratore (con The Night Eater), e nel 2007 del Premio Junceda de Ilustración (con For you are a Kenyan Child), nel 2010 ha ricevuto il prestigioso Premio nazionale di illustrazione conferito dal Ministero della cultura spagnolo.
Con #logosedizioni ha pubblicato: Amantes (2017), Circus ( 2010), L’isola (2011), Snowhite (2011), Demeter (2012, disponibile anche in inglese, francese e spagnolo), Promesse (2012, disponibile anche in inglese, francese e spagnolo), Ana Juan Catalogo (2014), Carmilla (2015), Lacrimosa (2015, disponibile anche in inglese e francese), Sorelle (2016), Frida (2016), Anna dei miracoli (2019) e La vita segreta dei gatti (2021).
#logosedizioni #ILLUSTRATI
Dopo Blind di Lorenzo Mattotti e Lucia di Roger Olmos, Anna dei miracoli è il terzo volume della collana CBM #logosedizioni, nata con il preciso scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della disabilità visiva, utilizzando un linguaggio universale, quello dell’illustrazione, per creare empatia a partire dal principio di inclusione. È una collana rivolta ai bambini, e non solo, che vuole mostrare realtà sensibili per e con i loro occhi. A tal proposito, il tema dello sguardo e della visione attraversa e struttura ogni pagina di questo libro, che racconta una storia vera. Helen Keller rimase sordocieca all’età di due anni in seguito a una misteriosa malattia. Per rappresentare graficamente la sua condizione, Ana Juan immagina un nugolo di farfalle nere che ricoprono gli occhi e le orecchie della bambina, le cingono il capo, ottundendole i sensi. In questo tremendo isolamento, Helen sviluppò un carattere irascibile e difficile. Grandi occhi la osservano da lontano, a volte tristi, a volte preoccupati ma sempre vigili e presenti: è lo sguardo amorevole dei genitori che non abbandonava mai la piccola, pur nell’impossibilità di stabilire un contatto comunicativo con lei. Dal nord arriva un’istitutrice, novella Mary Poppins, indossando spessi occhiali scuri: Anne Sullivan era ipovedente e conosceva bene il tema della disabilità visiva che viveva sulla sua pelle. La cronaca è nota: mentre Kate Keller, madre di Helen Keller, era alla ricerca di una soluzione per poter educare la figlia sordocieca, venne a conoscenza del caso di Laura Bridgman dalle pagine di America di Charles Dickens. Così decise di assumere un’insegnante che avesse studiato alla stessa scuola, l’istituto per ciechi Perkins, e le venne assegnata Anne Sullivan. Anne insegnò l’alfabeto manuale a Helen, che divenne un caso molto celebre nella formazione delle persone affette da cecità e sordità. Tra Helen e Anne inizia una durissima lotta corpo a corpo che diventerà finalmente una relazione e un dialogo: oltre alle immagini che ritraggono la fisicità di questa difficile relazione, la simbologia della luce (il colore dorato) che prevale lentamente sul buio (il colore nero) diventa presto un’immagine del trionfo della conoscenza. Quando Anne riuscì a infrangere la campana di vetro che isolava Helen dal mondo, insegnandole il linguaggio dei segni, si risvegliò nella bambina un’insaziabile sete di conoscenza, che la portò a diventare la prima persona sordocieca a laurearsi nel 1904. Helen divenne poi un avvocato impegnato della difesa della pace e dei diritti delle donne e dei disabili. Anne le fu sempre accanto, fino alla sua morte, avvenuta nel 1936. Al di là del dialogo tra il nero e l’oro, tra il buio e la luce, un unico tocco di colore blu viene impiegato per rappresentare l’acqua, nell’episodio cruciale (e per questo anche assai famoso) che cambiò per sempre la vita della protagonista. ‘Acqua’ fu la prima parola che, tramite il linguaggio dei segni, Helen riuscì finalmente ad associare a qualcosa di concreto, imparando così che era possibile dare un nome a tutte le cose. Il libro si chiude con un breve approfondimento, semplice e accessibile anche ai bambini, sulla vita delle due protagoniste e sul linguaggio dei segni, che fu lo strumento di emancipazione di Helen rispetto alla sua cecità, e con una postfazione di Massimo Maggio, direttore di CBM Italia Onlus. È lui a esplicitare come questo progetto ambisca a raccontare, attraverso la storia di Helen Keller, come sia possibile affrontare e mettere a frutto la propria disabilità cambiando la propria vita ma anche quella degli altri. Un nuovo modo per raccontare al grande pubblico l’impegno quotidiano di CBM in tante parti del mondo. CBM è la più grande Organizzazione Umanitaria Internazionale impegnata nella prevenzione e cura della cecità e disabilità nei Paesi del Sud del mondo, tramite progetti e interventi di tipo medico, educativo e di sviluppo. Senza cadere in una narrazione scontata, prevedibile nella sua declinazione, Ana Juan ha realizzato un’opera di straordinario impatto emotivo e capacità evocativa; un’opera che sorprende e permette di comprendere come l’arte, quella vera, sia un mezzo espressivo straordinario per raccontare la disabilità, in grado di far comprendere a tutti che un mondo migliore non solo è possibile ma che ognuno di noi è chiamato a dare il suo contributo. Ma oltre all’importante tema della disabilità, questo libro contiene anche un messaggio più ampio e per tutti. Proprio come in altri libri del catalogo #logosedizioni dedicato ai bambini, l’autrice e illustratrice di Anna dei miracoli ha scelto di focalizzare la sua attenzione sui primi anni di vita e formazione della protagonista. Un periodo cruciale per la vita di ognuno e in cui, per lei, ebbe luogo l’incontro che cambiò per sempre il corso della sua esistenza. Per infondere fiducia e coraggio a tutti i giovani lettori, affinché non si stanchino mai di cercare la propria strada e di seguire le proprie passioni, anche in tempi difficili.
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Rossella Botti
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