Il tuo carrello è vuoto!
Questo volume è a metà prezzo perché è in offerta speciale o presenta lievi ammaccature o piccoli difetti dovuti al trasporto o all'esposizione in libreria. Per maggiori informazioni potete scrivere a: info@libri.it
PREFAZIONE DI EVO MORALES, PRESIDENTE DELLA BOLIVIA
“Che lo sappiamo o no, il nostro destino dipende dal destino del sistema di cui facciamo parte e non il contrario. È come se fossimo a bordo di un treno diretto verso un precipizio; non è spostando i sedili all’interno dei vagoni che eviteremo l’incidente. Per questo dobbiamo arrestare il convoglio o cambiare la sua direzione di marcia”.
In questo libro, Tomas Hirsch, leader politico cileno e candidato alle ultime presidenziali (2005), esamina la situazione di un pianeta nel quale la struttura sociale è diventata tanto ampia da non poter permettere di pensare in termini isolazionisti o campanilisti. La sfida dei popoli è prendere atto della direzione presa dalla globalizzazione e dal modello neoliberista, riprendersi il potere che troppo a lungo è stato delegato a “capi” e “leader” che non rappresentavano la base, operando un cambiamento a partire dal basso, dalle comunità locali.
Sin dall’inizio della sua trattazione, Hirsh individua ciò che, allo stato attuale delle cose, sembra essere l’anima della società globale: la componente violenta della natura umana. Quest’ultima è stata alimentata a lungo e ha generato prevaricazioni strumentali al potere. “La violenza fisica, razziale, religiosa, psicologica, sessuale e soprattutto economica, derivata dall’ingiustizia sociale e dalla disuguaglianza di diritti e opportunità, è arrivata fino al presente come un sinistro lascito. è possibile sradicare una volta per tutte la maledizione della violenza dalle società umane?”.Sì, è possibile, nonostante finora i calmieri sociali , i movimenti politici e le minoranze arroccate al potere si siano mossi per sfruttare tale violenza anziché debellarla. Con un occhio di riguardo alla situazione latinoamericana, Hirsch denuncia situazioni di dittatura politica ma soprattutto economica, all’interno delle quali i popoli vengono soggiogati in uno stato di schiavitù non solo economica. Da qui – dal basso, dal micro, dall’individuo - deve nascere e svilupparsi il cambiamento, la rinascita che porrà al centro l’uomo e le sue esigenze primarie, la rivalutazione dell’importanza e della dignità produttiva dei lavoratori.
L’inversione di rotta non potrà venire dalle destre, ma nemmeno dalle sinistre totalitarie. Quando “Mao lanciò la rivoluzione culturale, disse: ‘Che mille fiori fioriscano’. Lo slogan suonava bene, però poi si affrettarono a precisare che tutti i fiori dovevano essere uguali”. Questo appiattimento annulla l’umanità, che non è fatta di assoluti ma di sfumature. Il riscatto dei popoli non è utopico poiché, la rivolta alla subordinazione è profondamente insita nell’essere umano. L’uomo anela alla gestione della propria vita e a imprigionarlo ora non sono soltanto i limiti naturali, verso i quali da sempre si ribella, ma i giganteschi ingranaggi bellici e di potere.
Sta ora si sta proponendo all’orizzonte un’ondata nuova, destinata a riscrivere la storia, e già forti appaiono le prime avvisaglie di un cambiamento epocale. Che porterà l’uomo a liberarsi dai nuovi vincoli che limitano ogni diritto all’autodeterminazione, alla elezione, e lo porterà di conseguenza verso la fine della preistoria.
Tomás Hirsch (Santiago del Cile, 1956) è stato tra i fondatori del Partito Umanista, il primo partito legalizzato in Cile come strumento di lotta nonviolenta contro la dittatura di Pinochet. Durante il regime militare è stato dirigente nazionale del Movimento per le elezioni libere e co-fondatore de la Concertacion de Partidos por la Democracia. Tra il 1990 e il 1992 ha rappresentato il primo governo post-dittatura come ambasciatore cileno in Nuova Zelanda. è stato candidato alla Presidenza della Repubblica nelle elezioni del 1999 e del 2005.
#logosedizioni
Valutazione:
Inserisci il codice nel box sottostante: