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Il lettore viene accompagnato a scendere i gradini che conducono alle catacombe e, oltrepassato il cancello, eccole: le mummie. Riposano in piedi nelle nicchie bianche, nei loro antichi abiti, e assomigliano a una versione macabra delle vecchie foto in bianco e nero, in cui uomini con grandi baffi e donne con grandi sottane se ne stavano in posa, impalati come manichini. Tra queste spicca la piccola Rosalia, dolcemente adagiata nella sua minuscola bara: il suo volto è sereno, la pelle appare morbida e distesa, e le lunghe ciocche di capelli biondi raccolte in un fiocco giallo le donano un’incredibile sensazione di vita. Se Rosalia Lombardo è stata imbalsamata, come altri corpi presenti nelle Catacombe, la maggior parte delle salme ha invece subìto un processo di mummificazione naturale – vale a dire senza che fossero eliminati viscere e cervello oppure iniettati particolari liquidi conservanti. La mummificazione è una tradizione antichissima in Europa, che in Sicilia ha preso particolarmente piede, e le Catacombe di Palermo rimangono l'espressione più straordinaria di questa tradizione, in ragione del numero di corpi conservati al loro interno (1252 corpi e 600 bare in legno, alcune delle quali vuote, secondo un recente censimento). Pagina dopo pagina, il libro si offre come una guida storica e storico-artistica alla più grande collezione di mummie spontanee e artificiali al mondo.
I Frati Cappuccini si stabilirono a Palermo, presso la chiesa di Santa Maria della Pace, nel 1534. Inizialmente furono gli unici a essere sepolti in loco anche se, più che una vera e propria sepoltura, si trattava piuttosto di una fossa comune, o “carnaia”, com'era chiamata al tempo: i corpi venivano calati dall'alto avvolti in un lenzuolo, e adagiati in questa fossa sotterranea che si apriva, come una grossa cisterna, sotto l'altare di Sant'Anna. Dato che la comunità dei Cappuccini a Palermo stava crescendo, per motivi di salubrità e questioni di spazio c’era bisogno di un cimitero più grande. Così qualche tempo prima del 1599 vennero avviati degli scavi per costruire un luogo di sepoltura sotterraneo, dove per prima cosa sarebbero stati spostati i resti umani contenuti nella vecchia “carnaia” ormai stracolma. Ma, una volta aperta la pietra che sigillava la fossa comune, ecco la sorpresa: quarantacinque cadaveri, buttati là sotto – senza casse e sovrapposti gli uni agli altri – furono ritrovati praticamente intatti. Il fatto aveva senza dubbio un che di prodigioso, e si decise pertanto di esporre quaranta di queste salme nel nuovo vano scavato nella terra, collocandole tutte attorno alle pareti, e ponendo un'effigie della Madonna in una nicchia al centro. Le cinque salme incorrotte che non trovarono spazio lì dentro probabilmente ritornarono nella fossa comune. La notizia dei corpi ritrovati intatti portò una certa fama al convento: a poco a poco, i Cappuccini cominciarono ad accogliere un numero sempre maggiore di salme di “secolari” finché, nel 1787, decisero di concedere la sepoltura a chiunque ne facesse richiesta. Da allora il cimitero conventuale divenne una specie di zona franca, sempre esplicitamente escluso da tutte le leggi civili emanate in materia di sepolcri, finché venne chiuso nel 1880, salvo accettare in via eccezionale ancora due salme perfettamente conservate rispetto alle altre deposizioni nei primi anni del XX Secolo; la prima, nel 1911, fu quella di Giovanni Paterniti, viceconsole degli Stati Uniti. La seconda fu quella di Rosalia Lombardo, una bambina di due anni morta nel 1920 e oggi nota come “la mummia più bella del mondo”.
La serie: Questo libro dedicato alle Catacombe di Palermo inaugura la collana #BizzarroBazar, curata da Ivan Cenzi. La serie, che comprende testi bilingue italiano-inglese, ha l’obiettivo di valorizzare ed esplorare alcune meraviglie nascoste della nostra penisola e stimolare la riflessione sul suo patrimonio artistico e culturale donando al lettore quel senso di stupore e di incanto che si prova a entrare in una Wunderkammer. Protagoniste assolute sono le splendide fotografie di Carlo Vannini, uno dei fotografi d’arte più apprezzati del nostro paese, che si offrono al lettore come vera e propria guida alla visione.
La prefazione: Dario Piombino-Mascali è nato a Messina nel 1977. Antropologo specializzato in mummiologia e paleopatologia, è stato primo ricercatore all’Accademia Europea di Bolzano, ricercatore ospite alla Facoltà di Medicina dell’Università di Vilnius e docente di storia della medicina all’Università di Messina. Esploratore della National Geographic Society, lo scienziato è stato coinvolto in una miriade di progetti relativi allo studio di mummie umane, includenti l’uomo del Similaun, i corpi delle torbiere olandesi, le mummie egizie curate in vari musei europei, e quelle degli Ibaloy delle Filippine. Ricopre il ruolo di conservatore scientifico delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo.
L'autore e curatore:
Ivan Cenzi è un esploratore del perturbante e un collezionista di curiosità. Dal 2009 è curatore di Bizzarro Bazar, blog dedicato a tutto ciò che è “strano, macabro e meraviglioso”, diventato nel giro di breve tempo il punto di riferimento italiano per questo genere di tematiche. Nel corso degli anni Bizzarro Bazar si è occupato di wunderkammer, antropologia della morte, musei e collezioni anatomiche, storia del circo e delle fiere itineranti, scienza degli albori, arte classica e moderna, sessualità alternative e in generale tutto ciò che si trova ai margini della cultura. Affianca al lavoro editoriale una fitta attività di conferenziere, e collabora con musei e università internazionali. Dal 2019 è docente per il master in Death Studies e per il corso di laurea in “Psicologia delle relazioni di fine vita” presso l’Università di Padova. Ha contribuito a diverse testate, prefazionato pubblicazioni d’arte contemporanea e organizzato eventi culturali. Con #logosedizioni ha pubblicato La veglia eterna. Catacombe dei Cappuccini di Palermo (disponibile anche in francese/tedesco), De Profundis. Il cimitero delle Fontanelle di Napoli, Mors Pretiosa. Ossari religiosi italiani, Sua maestà anatomica. Museo Morgagni di Padova, Il pietrificatore. La collezione anatomica Paolo Gorini, Paris Mirabilia (disponibile anche in inglese e in francese), London Mirabilia (disponibile anche in inglese) e Julia Pastrana (disponibile anche in inglese).
Il fotografo: Carlo Vannini è il fotografo di tutti gli oggetti che fanno cultura: opere d’arte, reperti archeologici, restauri, strutture architettoniche, scorci urbanistici, ma anche manufatti senza nobiltà, però abitati da un forte senso della storia. Nasce a Reggio Emilia nel 1956, dove uno zio pittore e il padre decoratore lo avviano alla confidenza con i materiali artistici. Dopo una breve esperienza amatoriale, Carlo matura una forte passione per la riproduzione professionale di opere d’arte, che lo accompagna in coinvolgenti avventure di documentazione del restauro, con la progressiva acquisizione di tecniche fotografiche, quali ultravioletti, infrarossi, luce radente, luce trasmessa e luce a specchio. Dal 1983 realizza illustrazioni per cataloghi e fotografie pubblicitarie still-life ed è riconosciuto come uno dei maggiori fotografi d’arte in Italia.
Catacombe dei Cappuccini di Palermo
#LaVegliaEterna #keeptheworldweird #BizzarroBazar #logosedizioni
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