LA VERDAD SOSPECHOSA - OUTLET

Juan Ruiz de Alarcón

  • Editore: Cátedra
  • ISBN: OUT8437600765
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    La verdad sospechosa es una comedia de temática amorosa y afán moralizador en tres actos que se publicó en sus inicios como si la hubiese escrito Lope de Vega en una colección de comedias de 1630, y que, más tarde, estaría comprendida en la segunda parte de las comedias de Alarcón. En esta interesante obra, Ruiz de Alarcón nos muestra a un protagonista, don García, que reúne todas las virtudes que ha de tener todo buen caballero pero la mentira oscurece su persona ocultando, por completo, sus cualidades. El recurso del disfraz, tan recurrente en todo el teatro del siglo XVII, queda enmarcado en esta obra en la palabra y no en el atrezzo.

    Juan Ruiz de Alarcón nació probablemente en Méjico en 1580. Tras estudiar cánones y leyes en Salamanca se trasladó a la ciudad de Sevilla para ejercer la abogacía. Tiempo después viajó a Méjico para optar a un cátedra, pero no consiguió el puesto y regresó a España estableciéndose en Madrid. Trabajó en el Consejo de Indias pero la metrópoli no lo aceptó por su condición de mexicano, condición que le impide acceder a algunos puestos jurídicos que tenía en gran estima. El teatro llegará a convertirse en una obsesión para él y ataca en sus obras a los que le maldicen e insultan. La verdad sospechosa (1630) es quizá su mejor obra. También destaca Las paredes oyen (1628), una obra dedicada a censurar algo que sufrió el autor en sus carnes a lo largo de toda su vida: la maledicencia. Juan Ruiz de Alarcón falleció en 1639. Otras obras del autor son: El anticristo (1623) o El tejedor de Segovia (1634).

    La verdad sospechosa è una commedia in tre atti sulle tematiche dell’amore e dell’impegno moralista che venne pubblicata in un primo momento come se l’avesse scritta Lope de Vega in una raccolta di commedie del 1630, e che, in seguito, sarebbe stata inglobata nella seconda parte delle commedie di Alarcón. In questa interessante opera, Ruiz de Alarcón ci presenta un protagonista, don García, che racchiude in sè tutte le virtù che i migliori cavalieri dovrebbero avere, anche se la menzogna si impossessa di lui occultando completamente le sue qualità. Il ricorso al travestimento, tanto ricorrente in tutto il teatro del 17° secolo, si manifesta in questa opera nella parola invece che nell’ oggetto di scena.

    Juan Ruiz de Alarcón nacque probabilmente in Messico nel 1580. Dopo aver studiato canoni e leggi a Salmanca si trasferì a Siviglia per esercitare l’avvocatura. Tempo dopo si diresse in Messico per aspirare a una cattedra, ma non ottennendo il posto tornò in Spagna, stabilendosi a Madrid.  Lavorò nel Consejo de Indias ma la metropoli non lo accettò per la sua condizione di messicano, condizione che gli impedì di accedere ad alcuni posti giuridici di cui aveva grande stima. Il teatro diventerà una vera e propria ossessione per lui fino a portarlo ad attaccare nelle sue opere quelli che lo maledicono e insultano. La verdad sospechosa (1630) è probabilmente la sua opera migliore. Si distingue anche Las paredes oyen (1628), un’opera dedicata alla censura di qualcosa che l’autore sperimentò sulla sua pelle per tutta la vita: la maldicenza. Juan Ruiz de Alarcón morì nel 1639. Altre opere dell’autore sono: El anticristo (1623) o El tejedor de Segovia (1634).

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    Dati Libro
    Autore Juan Ruiz de Alarcón
    Copertina Flexi
    Dimensioni 180x110
    Pagine 144
    Lingua/e ES
    Serie Juan Ruiz de Alarcón
    Peso 0.2 kg

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