MARIA SIBYLLA MERIAN. LA MAGIA DELLA CRISALIDE
Anna Paolini
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"Se Maria Sibylla Merian avesse visto i bruchi disegnati da Anna Paolini, sarebbe rimasta a bocca aperta davanti ai colori accesi, i grigi morbidi, il tratto romantico." - Robinson (La Repubblica)
Francoforte, Germania, XVII secolo, interno giorno: una bambina è china a osservare dei fiori. Intorno a lei è tutto grigio, i genitori, i giochi, i libri, la casa. Solo i fiori in cui si annidano minuscoli insetti hanno la vivacità della vita vera. Due occhi grandissimi li riflettono pieni di meraviglia, due piccole mani li disegnano. Nasce un dissidio in seno alla famiglia, che apre la strada a una scoperta. Una scoperta di quelle che cambiano la vita.
Nel mare magnum di avventure che è la vita di Maria Sibylla Merian, Anna Paolini sceglie di soffermarsi su alcuni momenti meno chiassosi, e ci mostra alcuni fotogrammi della sua infanzia trascorsa a casa, in famiglia, attirando la nostra attenzione sulla formazione artistica, gli studi, le passioni di una ragazzina sulla soglia dell’età adulta. Fino ad arrivare alla scoperta del suo talento.
Maria Sibylla Merian fu un’artista e naturalista del XVII secolo, che visse tra Germania, Olanda e Sud America. È considerata una delle fondatrici dell’entomologia moderna. Ma fu anche insegnante, imprenditrice, viaggiatrice, editrice… Dotata di fine intelligenza, grande talento e ottimo senso pratico, riuscì a studiare, viaggiare e coltivare le proprie passioni pur vivendo in un’epoca che non favoriva lo sviluppo intellettuale e l’affermazione personale delle donne.
Nel corso della sua lunga vita non venne mai meno ai suoi doveri sociali e familiari, tuttavia cambiò più volte città, paese, famiglia, affetti, lavoro… e portò sempre avanti, anche nelle avversità, la sua passione per il mondo naturale: raccoglieva, allevava, osservava, disegnava bruchi e farfalle, per poi estendere la sua osservazione a tutti gli insetti di cui raffigurò il ciclo vitale in tavole di raffinata bellezza. Una passione, la sua, fortemente in conflitto con i costumi femminili, le convinzioni religiose e le consolidate prassi scientifiche dell’epoca.
Rimanendo fedele al suo stile, Anna Paolini crea per questo libro immagini rarefatte, poetiche ed evocative, che nell’alternanza di grigio e colore distillano emozioni e sensazioni inespresse e tramettono un senso di grande meraviglia; quella meraviglia che accomuna la piccola protagonista della storia, davanti all’oggetto della sua passione, e noi che ammiriamo le splendide tavole che da quella passione sono nate.
Un libro dedicato al diritto di sognare e di portare avanti le proprie idee, convinzioni e passioni, anche le più strane… per tutti i bambini e non solo per loro!
L’illustratrice:
Anna Paolini è nata a Bologna, dove ha frequentato l’Accademia di belle arti prima di specializzarsi in illustrazione editoriale presso l’Accademia Internazionale Comics.
Con #logosedizioni ha pubblicato: S’alza il vento (2018), Matrioska (2019), Maria Sibylla Merian. La magia della crisalide (disponibile anche in inglese, 2019), Giovanna Garzoni. Un voto d'amore (disponibile anche in inglese, 2019), Close your eyes (2020), Artemisia Gentileschi (2020), Rosso (2020), Santa Caterina de’ Vigri (2021), L’anima di Tian (2021), Piccole storie di Natale (2021), Come le nuvole (2022), Henrietta e le stelle (2023), L’ape e il fantasma dell’alveare (2023) e Essere madre (2024).
Artista, scienziata, imprenditrice, insegnante e intrepida viaggiatrice, Maria Sibylla Merian era una donna dotata di un’indole anticonformista e di un’irrefrenabile curiosità per il mondo naturale, temperata da disciplina, metodo e fervore religioso. In un’epoca in cui libertà e istruzione non erano considerate cose per donne, visse una vita straordinaria e fuori dagli schemi.
Nelle immagini poetiche e rarefatte di Anna Paolini rivivono alcuni scorci dell’infanzia di questa donna del XVII secolo, soffermandosi su una piccola storia familiare che racchiude in sé in potenza tutto ciò che ne sarebbe scaturito: Maria Sibylla ebbe la forza di conquistarsi la libertà di viaggiare, studiare e coltivare le proprie passioni, nonostante i tempi e la società in cui visse.
Nata a Francoforte il 2 aprile del 1647, Maria Sibylla Merian ebbe comunque una relativa fortuna: visse in un paese protestante e abbastanza tollerante come la Germania in un periodo storico in cui, altrove, non erano infrequenti le sentenze di morte contro streghe (donne) ed eretici (scienziati). E nacque in una famiglia di artisti e editori, colti, cosmopoliti e di larghissime vedute, che le permise di ricevere un’istruzione e una formazione artistica in un’epoca in cui lo studio era per lo più precluso alle donne. Tuttavia, non le fu consentito di viaggiare per l’Europa come i suoi fratelli per completare i suoi studi. Visse a casa, apprendendo l’arte del ricamo dalla madre e della pittura e dell’incisione nella bottega paterna fino all’età di 18 anni, quando si sposò. Il matrimonio, con un pittore e editore, le permise di emanciparsi dalla famiglia, cambiare città, avere le due amate figlie e pubblicare i suoi primi due libri. Nonostante questi risultati, già di per sé assai notevoli, Maria Sibylla non si fermò qui. Dopo vent’anni di matrimonio, lasciò il marito e proseguì il suo cammino da sola, coltivando la sua arte e portando avanti le sue osservazioni, i suoi studi. Si rifugiò dai labadisti, che riconoscevano pari diritti a uomini e donne (e considerarono nullo il suo matrimonio con un uomo esterno alla comunità), e che non vedevano alcuna contraddizione tra la sua devozione religiosa e la passione per lo studio e l’osservazione naturalistica. Ma, dopo un periodo di relativa quiete, una serie di vicende personali oltre alla proibizione di dipingere la portarono a lasciare anche quella comunità religiosa per cominciare una nuova vita ad Amsterdam.
Nell’arte come nella vita Maria Sibylla Merian era una donna sempre alla ricerca: cercava l’anello mancante che le permettesse di comprendere e rappresentare l’origine e la completa metamorfosi dei bruchi in farfalle, ma anche uno spazio per potersi realizzare dedicandosi ai suoi studi e alla sua arte. Perseguì i suoi obiettivi con determinazione e passione e non si fermò mai finché non li realizzò.
Ad Amsterdam, Maria Sibylla visse una vita piena e intensa tra studio, arte e lavoro, portando avanti l’allevamento dei bruchi e la preparazione delle stampe per i suoi libri. La città, vivace e cosmopolita, era ricca di stimoli e ovunque si potevano ammirare meravigliose collezioni di piante e animali esotici che giungevano dalle colonie d’oltremare. Giunta all’età di 52 anni e considerata ormai una donna anziana, prese quindi la decisione di partire per il Sud America per studiare la flora e la fauna tropicali e soddisfare quel desiderio di viaggiare che forse si portava dentro fin dalla giovinezza. Trascorse 21 mesi in Suriname, insieme alla figlia minore allora ventenne; visse e lavorò in condizioni che la misero a dura prova, fino al momento in cui una grave malattia la costrinse al ritorno ad Amsterdam, dove fu accolta in maniera trionfale e celebrata con una grande mostra di tutti i tesori che aveva portato dal Sud America.
Quindi trascorse gli ultimi anni della sua vita (assai lunga per gli standard dell’epoca) a preparare e curare una grande pubblicazione di stampe dedicate alla flora e alla fauna del Suriname, con l’assidua collaborazione delle due figlie, che si presero cura della sua eredità artistica e delle sue opere anche dopo la sua morte, sopraggiunta il 13 gennaio 1717.
Nel rappresentare alcuni frammenti dell’infanzia di questa donna, i colori pastello di Anna Paolini si stagliano con accenti gialli e arancioni sul grigiore dei libri su cui la bambina studia e rendono tangibile il dissidio tra i precetti che predicavano la fedeltà ai testi della tradizione e l’osservazione della realtà, la sua vera passione, alla base progresso scientifico. Tutto intorno alla piccola protagonista è grigio, spento; solo insetti e fiori hanno i colori della vita.
In chiusura di questa piccola narrazione, una serie di tavole rievoca la meraviglia delle stampe che Maria Sibylla Merian realizzava e che raffiguravano contemporaneamente tutte le fasi dello sviluppo dell’insetto osservato dal vero (quindi uova, larva, bruco, crisalide e farfalla, che depone le uova e avvia un nuovo ciclo), insieme alla pianta che lo ospita e di cui è solito nutrirsi. Il processo che portava a questo risultato era lungo e laborioso: i bruchi andavano raccolti, nutriti e allevati, poi osservati e disegnati; occorreva colorare ogni disegno (lei usava l’acquerello), trasformarlo in incisione, quindi stamparlo; talvolta la stampa veniva colorata su richiesta. In queste tavole, Merian rappresentava tutto e solo l’essenziale, non aggiungeva nulla di decorativo o non pertinente. E tuttavia la sua raffinata tecnica di pittura e incisione conferì alle sue composizioni un’armonia e una grazia senza eguali. Maria Sibylla Merian coniugava bellezza e verità, arte e scienza in immagini dal fascino senza tempo.
Rossella Botti
Dati Libro | |
Autore | Anna Paolini |
Collana | #ILLUSTRATI |
Anno di pubblicazione | 2019 |
Copertina | Cartonato |
Dimensioni | cm 21,0 x 28,0 |
Pagine | 56 |
Lingua/e | italiano |
Peso | 0.58 kg |
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