MATRIOSKA
Anna Paolini, Dimiter Inkiow
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Matrioska racconta la storia di un falegname la cui specialità è intagliare bellissime bambole di legno, tutte allegre e variopinte. Un giorno, l’uomo crea una bambola talmente bella che decide di non venderla e la tiene per sé dandole il nome di Matrioska. Una mattina la bambola gli dice di sentirsi triste e sola, e che vorrebbe avere un figlio. Il falegname, incredulo, sulle prime sospetta di aver bevuto troppa vodka ma quando, il giorno dopo, Matrioska gli chiede di nuovo un figlio, al pover’uomo non rimane altra scelta che accontentarla. Così si rimette al lavoro e crea Trioska, la figlia di Matrioska, identica a lei ma più piccola. Matrioska è felicissima, ma poi gli chiede di metterle la figlia nella pancia, così il falegname taglia in due Matrioska e infila Trioska al suo interno; tuttavia, dopo poco, anche Trioska gli chiede un figlio da tenere nella pancia, e anche la figlia di Trioska fa lo stesso… Il povero falegname si vede già condannato per l’eternità a creare bamboline sempre più piccole, ma per fortuna grazie a uno stratagemma riesce a spezzare la catena.
L’autore bulgaro Dimiter Inkiow inventa una leggenda divertente e surreale per narrare le origini della matrioska, l’iconica bambola russa composta da una serie di bambole di forma uguale ma dimensioni decrescenti, da inserire l’una nell’altra come scatole cinesi. Allo stesso tempo, il giocattolo tradizionale offre allo scrittore un’occasione per affrontare con tenerezza e semplicità temi come il desiderio di maternità, il dolore del parto e la felicità che si prova dopo aver messo al mondo un figlio.
Il testo è accompagnato dalle sgargianti illustrazioni dell’artista bolognese Anna Paolini, in un vero e proprio tripudio di colori, dominato da soffici sfumature di rosa e dai toni intensi del fucsia, del blu cobalto, del rosso carminio e di un brillante giallo-arancione. Linee morbide e motivi floreali caratterizzano i disegni, la cui voluta semplicità rievoca efficacemente lo stile pittorico usato per dipingere le matrioske.
La biblioteca della Ciopi torna con una fiaba moderna e accattivante, che farà scoprire a bambini e adulti qualcosa di più sull’antico giocattolo della tradizione russa… e anche sulla natura umana.
L’autore:
Dimiter Inkiow (1932–2006) nacque ad Haskovo, in Bulgaria, e scrisse la sua prima poesia a 16 anni. Durante gli studi di ingegneria all’università scoprì di avere un talento per la scrittura, e iniziò a pubblicare piccoli racconti su giornali e riviste. Così, dopo qualche tempo, abbandonò la facoltà di ingegneria per dedicarsi completamente alla sua passione. Frequentò la Scuola di studi teatrali di Sofia, dove si laureò nel 1958, e divenne un regista teatrale di grande successo. Tuttavia, a causa delle sue critiche al governo bulgaro, nel 1965 fu costretto a lasciare il Paese e si trasferì in Germania, a Monaco di Baviera, dove rimase per tutto il resto della sua vita. Qui lavorò per la radio e scrisse il suo primo libro in lingua tedesca: Matrioska. Da allora ha pubblicato oltre 100 libri per ragazzi, tradotti in 25 lingue. Il suo progetto più importante è stato la riscrittura di una serie di episodi della mitologia greca, da cui sono stati tratti diversi audiolibri. Nel 1997 l’Accademia Nazionale di teatro e arti cinematografiche di Sofia gli ha conferito una laurea ad honorem.
L’illustratrice:
Anna Paolini è nata a Bologna, dove ha frequentato l’Accademia di belle arti prima di specializzarsi in illustrazione editoriale presso l’Accademia Internazionale Comics.
Con #logosedizioni ha pubblicato: S’alza il vento (2018), Matrioska (2019), Maria Sibylla Merian. La magia della crisalide (disponibile anche in inglese, 2019), Giovanna Garzoni. Un voto d'amore (disponibile anche in inglese, 2019), Close your eyes (2020), Artemisia Gentileschi (2020), Rosso (2020), Santa Caterina de’ Vigri (2021), L’anima di Tian (2021), Piccole storie di Natale (2021), Come le nuvole (2022), Henrietta e le stelle (2023), L’ape e il fantasma dell’alveare (2023) e Essere madre (2024).
Nata dalla penna dell’amatissimo scrittore bulgaro Dimiter Inkiow, Matrioska è una fiaba moderna dedicata al souvenir russo per antonomasia: la matrioska, per l’appunto, famosa in tutto il mondo per la peculiare caratteristica di aprirsi a metà e contenere al proprio interno altre bambole apribili di dimensioni decrescenti, fino ad arrivare alla più piccola, di legno pieno.
La genesi di questa bambola tradizionale si perde nei meandri della storia e della geografia: c’è chi dice che sarebbe nata in Giappone, sull’isola di Honshu, come derivazione delle bambole di legno Kokeshi, per essere poi importata in Russia nel XIX secolo dalla moglie del collezionista d’arte Savva Mamontov, chi afferma che fu creata da un monaco russo e chi ne individua l’origine nelle scatole cinesi, anch’esse di grandezza crescente e inserite le une all’interno delle altre.
Sappiamo però con certezza che è stato l’artista Sergej Maljutin a creare l’iconografia classica della matrioska come la conosciamo oggi: una contadinella dalla faccia rotonda, le guance rosee e gli occhi luminosi, che indossa il sarafan, lo sgargiante abito tradizionale russo, e porta sulla testa un fazzoletto a fiori dai colori vivaci, da cui spuntano ciuffi di capelli pettinati con cura.
Qualunque sia la sua origine, la matrioska è indubbiamente un oggetto dal forte valore simbolico, a partire dal nome, che non a caso include la radice latina di mater. ‘Madre’ viene definita infatti la matrioska più grande, al cui interno sono contenute tutte le altre, in una riproduzione del grembo materno che reca in sé un corpo più piccolo. Simbolo di maternità e fertilità, la matrioska evoca anche l’idea dell’inesauribile ciclicità della vita; non a caso, se la più grande è detta ‘madre’, quella più piccola è chiamata ‘seme’ e rappresenta la parte più pura e invisibile, che può essere scovata solo se si ha la pazienza di andare in profondità. In una prospettiva ambivalente e a doppio senso, la ‘madre’ e il ‘seme’ sembrano condividere la facoltà di generare tutti gli altri strati; così, in questo oggetto all’apparenza così semplice, l’uno e il molteplice, il principio e la fine si incontrano e si confondono in una feconda coincidenza degli opposti. In un esempio quanto mai concreto di mise en abyme, teoricamente ogni matrioska può contenere al proprio interno infinite altre matrioske, e allo stesso tempo può essere contenuta all’interno di altre infinite volte; ed è proprio su questo susseguirsi potenzialmente infinito di bambole concentriche che si gioca la narrazione di Dimiter Inkiow.
La storia narra di un falegname la cui specialità è scolpire bellissime bambole di legno, tutte allegre e variopinte. Un giorno, l’uomo crea una bambola talmente bella che decide di non venderla e la tiene per sé dandole il nome di Matrioska. Una bella mattina la bambola sembra magicamente prendere vita e gli dice di sentirsi triste e sola, e che vorrebbe avere un figlio. Il falegname, incredulo, sulle prime sospetta di aver bevuto troppa vodka ma quando, il giorno dopo, Matrioska gli chiede di nuovo un figlio, al pover’uomo non rimane altra scelta che accontentarla. Così si mette al lavoro e crea Trioska, la figlia di Matrioska, identica a lei ma più piccola. Matrioska è felicissima, ma poi gli chiede di metterle la figlia nella pancia, e al pover’uomo non rimane altra scelta che accontentarla; tuttavia, dopo poco, anche Trioska gli chiede un figlio da tenere nella pancia, e anche la figlia di Trioska fa lo stesso… Il povero falegname si vede già condannato per l’eternità a creare bamboline sempre più piccole, ma per fortuna grazie a uno stratagemma riesce a spezzare la catena.
Dimiter Inkiow inventa così una leggenda divertente e surreale per narrare le origini della matrioska; ma allo stesso tempo, il giocattolo tradizionale offre allo scrittore un’occasione per affrontare con tenerezza e semplicità temi come il desiderio di maternità, i ruoli di genere, il dolore del parto e la felicità che si prova dopo aver messo al mondo un figlio.
Il testo è accompagnato dalle sgargianti illustrazioni dell’artista bolognese Anna Paolini, il cui stile delicato e pastoso risulta perfetto per riprodurre la morbidezza delle forme e la consistenza legnosa di queste bambole, il cui aspetto florido ricorda gli artefatti dell’arte antica, dalle veneri paleolitiche ad alcuni giocattoli orientali. Linee morbide e motivi floreali caratterizzano i disegni, la cui voluta semplicità rievoca efficacemente lo stile pittorico usato per dipingere le matrioske, pur sperimentando con una palette cromatica abbastanza diversa da quella consacrata dalla tradizione: le tavole sono un vero e proprio tripudio di colori, dominato da soffici sfumature di rosa e dai toni intensi del fucsia, del blu cobalto, del rosso carminio e di un brillante giallo-arancione.
La biblioteca della Ciopi torna con una fiaba moderna e accattivante, che farà scoprire a bambini e adulti qualcosa di più sull’antico giocattolo della tradizione russa… e anche sulla natura umana.
Mirta Cimmino
Dati Libro | |
Illustratore | Anna Paolini |
Autore | Dimiter Inkiow |
Collana | La biblioteca della Ciopi |
Anno di pubblicazione | 2019 |
Copertina | Brossura con ali |
Dimensioni | cm 15,0 x 19,0 |
Pagine | 56 |
Lingua/e | italiano |
Peso | 0.2 kg |
Valutazione: