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«I Detective selvaggi – ha scritto Enrique Vila-Matas – ci fanno conoscere uno scrittore sbalorditivo che ci fa capire quanto può essere profonda la gioia di leggere».
I protagonisti sono Artur Belano e Ulises Lima, due giovani poeti adepti di un'avanguardia poetica nata a Città del Messico a fine anni ’70 nota con il nome di “realvisceralismo”, che intraprendono un viaggio sulle tracce di Cesárea Tinajero, mitica fondatrice della loro setta artistica. La ricerca si protrarrà per vent’anni in vari continenti, dall’America all’Africa passando per l’Europa, e coinvolgerà numerosi personaggi e le loro storie intrise di amore, odio, omicidi, scomparse e relazioni omosessuali. Un’opera sorprendente e poliedrica che è assieme romanzo d’avventura, di formazione e un giallo appassionante in cui, come avviene in 2666 si incrociano e si aggrovigliano, spesso contraddicendosi, le «versioni» di un'infinità di voci.
Roberto Bolaño (1953-2003), scrittore e poeta cileno, è considerato una delle figure più importanti della letteratura contemporanea in spagnolo. È autore di raccolte di racconti (Llamadas telefónicas, Putas asesinas, El gaucho insufrible, Diario de bar y El secreto del mal), romanzi (Consejos de un discípulo de Morrison a un fanático de Joyce, Monsieur Pain, La pista de hielo, La literatura nazi en América, Estrella distante, Los detectives salvajes, Amuleto, Nocturno de Chile, Amberes, Una novelita lumpen, 2666, El Tercer Reich y Los sinsabores del verdadero policía), raccolte di poesia (Gorriones cogiendo altura, Reinventar el amor, La universidad desconocida, Los perros románticos, El último salvaje y Tres) e saggistica (Entre paréntesis y Bolaño por sí mismo: entrevistas escogidas).
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