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Sei brevi storie raccontate attraverso le visioni di Lorenzo Mattotti e i testi cristallini di Lilia Ambrosi e Gabriella Giandelli. Sei insolite ‘lettere’ spedite da una dimensione straniante in cui le persone riflettono sulla vita e sulle relazioni, in definitiva interrogandosi sul significato dell’essere umani. Come già nell’Uomo alla finestra, questi racconti portano delicatamente alla luce le nostre fragilità e lo sforzo costante di trovare nei sentimenti, nelle illusioni e nei ricordi la presa su una vita che sembra sempre sul punto di scivolare via dalle mani. In “Dopo il diluvio”, la prima e più lunga storia del libro, una donna resta bloccata in aeroporto a causa di un inquietante e affascinante contrattempo: un’invasione di granchi vermigli, talmente numerosi da trasformare la pista di decollo in una rossa distesa semovente. Mentre aspetta di poter partire, incontra per caso uno sconosciuto che le parla del suo amore difficile per la moglie malata, un amore che si rafforza grazie alla lontananza, così come il sentimento che lei stessa prova per il suo uomo. Nella seconda storia, “Il ritratto dell’amore”, raccontata nello spazio di appena due pagine, un pittore non riesce più a dipingere la compagna che ha smesso di amarlo, mentre “Lontano, molto lontano” segue il viaggio di una misteriosa statuetta, che passa di persona in persona rappresentando la libertà, i sogni, le speranze, le passioni che ciascuno di noi si sforza a fatica di conservare, e declinando le varie accezioni dell’espressione che dà il titolo alla storia (un luogo dove ricominciare una nuova vita o nascondersi, ma anche quello dove spariscono la persona amata o la mente di una persona che ha perso tutto). La “Lettera da un tempo lontano”, ambientata in un futuro asettico e artificiale, è scritta da una giovane donna che, a bordo di un treno diretto a Kiev, si rivolge al bisnonno fumettista, probabile alter ego di Mattotti, per spiegargli com’è diventato il mondo che lui stesso un tempo cercava di immaginare nei suoi disegni. “Chissà come potevano divertirsi davanti a queste immagini senza odori, immobili, senza suono” si chiede la donna guardando in video un vecchio fumetto, una domanda che forse è lo stesso Mattotti a porsi riflettendo sul proprio lavoro. Chiudono il volume altri due episodi, non presenti nella prima edizione del libro, “Il richiamo”, in cui la protagonista è una donna che torna nella sua terra d’origine per far visita alla sorella e al nipotino, e la breve e suggestiva “Storia blu”, che in quattro tavole senza parole cattura tutta la magia di un incontro fuggevole.
Pubblicato per la prima volta in Italia nel 2006 da Einaudi, nella collana Stile Libero Extra, e riproposto nel 2009 nel volume dedicato a Mattotti per la collana I Maestri del Fumetto, il libro viene oggi ripubblicato da #logosedizioni come quarta tappa di un progetto editoriale che ripercorre l’evoluzione artistica del Mattotti fumettista. Preceduta nel 2017 dalla pubblicazione di Ghirlanda , opera vincitrice del Gran Guinigi 2017, che ha segnato il ritorno dell’artista al fumetto dopo quasi quindici anni, la collana è stata inaugurata lo scorso marzo con l’uscita del volume L'uomo alla finestra, seguito da Stigmate e Caboto. Nell’autunno del 2019 vedrà la luce il quinto titolo, La zona fatua, cui faranno seguito Il signor Spartaco, Labirinti, Chimera e Doctor Nefasto. I volumi sono riproposti in una nuova veste grafica di grande formato e arricchiti da contenuti inediti.
Nato a Brescia nel 1954, Lorenzo Mattotti vive e lavora a Parigi. Fin da giovanissimo si dedica al disegno e al fumetto, che inizia a pubblicare alla fine degli anni ’70, e negli anni ’80 fonda con altri artisti il collettivo Valvoline. I suoi disegni appaiono su riviste e quotidiani di tutto il mondo: The New Yorker, Le Monde, Das Magazin, Süddeutsche Zeitung, Le nouvel Observateur, Corriere della Sera e la Repubblica. Realizza i manifesti per il Festival di Cannes e per la Biennale de Cinema di Venezia. Ha collaborato con il mondo della musica (The Raven di Lou Reed) e del cinema: Eros di Wong Kar-wai, Soderbergh e Antonioni; Pinocchio di Enzo D’Alò; e nel 2019 ha diretto La famosa invasione degli orsi in Sicilia, tratto dal romanzo di Buzzati.
Con #logosedizioni ha pubblicato: Venezia Scavando nell’acqua (2011), Venezia ed. limitata (2011), Mattotti Works Pastelli (2012), Oltremai (2013), Mattotti Works Moda/Fashion (2014), Nell’acqua (2016), Sconfini (2016), Stanze (2016), Oltremai trade edition (2017), Ghirlanda (2017), La stanza (2017), Blind (2017), Covers for the New Yorker (2018), L’uomo alla finestra (2018), Stigmate (2018), Caboto (2018), Lettere da un tempo lontano (2019), La zona fatua (2019), Il signor Spartaco (2020), Romeo e Giulietta (2021) Riti, ruscelli, montagne e castelli (2021), Labirinti (2021), Città, incroci, amori e tradimenti (2022), Il rumore della brina (2023), Fuochi (2024), Fuochi edizione limitata (2024) e Nell’acqua nuova edizione (2025).
Nata a Trieste nel 1957, Lilia Ambrosi si è diplomata al liceo classico e si è poi laureata in lingue e letterature straniere. Trasferitasi a Milano, ci ha vissuto per una decina d’anni lavorando nell’editoria, in particolare per una casa editrice araba per bambini. Ha scritto alcuni manuali e tradotto numerosi libri. Ha curato testo e sceneggiatura di fumetti con diversi disegnatori pubblicando in Italia e all’estero. A Bologna ha fatto parte della redazione della rivista di cultura e fumetti Dolce Vita, diretta da Oreste del Buono. Sempre a Milano, per un periodo ha sperimentato l’insegnamento dell’italiano a stranieri. Tornata nella sua città natale, ha collaborato con la sede regionale di Radio RAI parlando di libri e ha scritto a lungo per Il Piccolo, quotidiano di Trieste, di arte e ancora di libri. Per una decina d’anni ha collaborato stabilmente con la rivista Illywords intervistando grandi scrittori. Continua a tradurre e da molti anni insegna inglese nella scuola secondaria.
Gabriella Giandelli nasce nel 1963 a Milano, dove vive e lavora. Dopo il diploma all’Istituto d’Arte, alla Scuola di Fumetto e successivamente in regia al Centro Civico di Cinematografia, inizia a pubblicare le sue prime storie a fumetti negli anni ’80 su riviste come Frigidaire, Alter Alter, Nova Express per poi proseguire come autrice di graphic novel tradotte in varie lingue e pubblicate in Europa e negli Stati Uniti. Illustra inoltre libri per bambini, per i quali ha creato il personaggio di Milo, protagonista di una serie pubblicata da Mondadori, tra il 1999 e il 2000, e di una serie animata trasmessa da France5 e Rai3, della quale è art director. Come illustratrice, vanta numerose collaborazioni con testate e case editrici italiane e straniere, quali Seuil, Actes-Sud, Einaudi, Minimum Fax, e Mondadori, e con i quotidiani il manifesto, le Monde e Il Sole 24 Ore. Collabora fin dai primi numeri con il settimanale Internazionale e illustra da tempo le pagine culturali per la Repubblica. Ha esposto le sue opere in svariate mostre presso gallerie e musei nazionali e internazionali, tra le quali si segnalano le due personali più recenti presso la galleria Squadro di Bologna, nel 2018, e il Comics Festival di Helsinki, Finlandia, nel 2016. Ha all’attivo numerosi progetti di graphic design, illustrazioni pubblicitarie, film d’animazione e dal 2000 affianca l’attività didattica al suo impegno professionale, conducendo workshop di illustrazione e fumetto.
Sei brevi storie accomunate da alcuni temi ricorrenti nella produzione di Lorenzo Mattotti, come il ricordo, il sogno, l’esplorazione dei rapporti umani. Sei lettere spedite rispettivamente da una donna al suo compagno lontano, da una ragazza al bisnonno fumettista e, rivolgendosi idealmente a noi che leggiamo, da un pittore che non riesce più a ritrarre l’amata, da un personaggio indefinito che segue lo strano viaggio di una statuetta, da una donna che torna alla propria terra di origine, da due persone che si incontrano fugacemente separate da un vetro. Sei storie attraversate dalle altre due parole chiave del titolo: il tempo, che qui è soprattutto il futuro, e la lontananza. Il tema del futuro viene introdotto in due tavole contenute nel primo episodio, “Dopo il diluvio”, in cui la protagonista immagina due diverse versioni della fine del mondo: nella prima una notte scura avvolge la terra inghiottendo ogni speranza di luce, nella seconda gli animali aggrediscono l’umanità fino a determinarne l’estinzione. Lo stesso tema diventa protagonista del quarto episodio, “Lettera da un tempo lontano”, un viaggio a bordo di un futuristico treno lanciato a tutta velocità attraverso una stramba Venezia quasi completamente allagata. Questa storia era stata realizzata nel 1992 per un libro dal titolo Quel fantastico treno – fumetti d’autore sulla ferrovia, edito da Adnkronos che, oltre a quello di Mattotti, raccoglieva i contributi di Guido Crepax, Cinzia Leone, Hugo Pratt e José Muñoz e Carlos Sampayo, con la prefazione di Omar Calabrese. Si trattava di un volume celebrativo delle Ferrovie dello Stato, con il tema del tempo come filo conduttore. A Mattotti era stata chiesta una storia originale sul “treno del futuro” e a tal fine aveva attinto alle proprie letture e inserito alcuni elementi di invenzione. In una società in cui i rapporti umani sono perlopiù filtrati da dispositivi artificiali, le persone hanno la possibilità di isolarsi completamente dall’ambiente circostante applicando alle cuffie acustiche particolari meccanismi sonori e possono vedere ingranditi i particolari del paesaggio attraversato dal treno. Trattandosi di un lavoro su commissione, la visione del futuro – si tratta degli anni intorno al 2050 – è sostanzialmente positiva, all’insegna della velocità e dell’innovazione tecnologica. Grazie ad alcune importanti scoperte, si può sperare di risolvere i principali problemi legati alla tutela dell’ambiente: l’inquinamento, in particolare, si è notevolmente ridotto per effetto di minuscole alghe che purificano l’aria. La protagonista del racconto indossa un dispositivo porta-odori applicato al naso e la fruizione dell’arte è ormai diventata un’esperienza multisensoriale, il che porta la ragazza a chiedersi come facesse l’umanità, ai tempi del bisnonno, a divertirsi davanti a “immagini senza odori, immobili, senza suono”. Si tratta probabilmente di una domanda che Mattotti rivolge a sé stesso, interrogandosi sulle possibili evoluzioni del proprio lavoro e sul futuro del fumetto. Anche il tempo passato è chiamato in causa, soprattutto nella storia in bianco e nero “Il richiamo”, apparsa per la prima volta in volume per questa edizione. La protagonista è una donna che torna nella sua terra d’origine, dove fa visita alla sorella. Per lei è come tuffarsi di nuovo nella vita di un tempo, nei ricordi da cui crede di aver imparato a difendersi. Ritrova persone di cui aveva ormai perso le tracce, compreso un ‘lui’ che per fortuna non si accorge della sua presenza. Ma il tempo in cui la protagonista si trova immersa non è solo il passato: è un tempo della sua vita che avrebbe potuto essere, se solo avesse preso una direzione diversa, quello della sorella di cui ammira la capacità di aver costruito una famiglia apparentemente felice, che riesce a gestire senza problemi né cedimenti. L’altro tema chiave del libro è la lontananza, spesso cercata per porre una distanza tra sé e le persone amate, così da poterle guardare dalla calma della solitudine. Tutti i personaggi tendono a utilizzare qualche ‘filtro’ che smussi le contraddizioni insite nelle relazioni con gli altri. Un filtro materiale è rappresentato in tal senso dal vetro che separa l’uomo e la donna che si incontrano e si guardano per qualche istante indimenticabile nella “Storia blu”, raccontata in appena quattro tavole apparse per la prima volta in questa edizione. La protagonista di “Dopo il diluvio” ha l’impressione di amare il suo uomo solo quando non c’è, ripensandolo nei particolari invece di averlo vicino e doversi confrontare con la realtà. Nel secondo episodio, “Il ritratto dell’amore”, un pittore non riesce più ad afferrare l’immagine dell’amata per poterla ritrarre. Il volto della donna non si vede mai, se non filtrato, reinterpretato, inizialmente come un dipinto, poi deformato dall’acquario, dal metallo di una lampada e infine dall’acqua. Solo dopo la scomparsa della donna, il pittore riesce finalmente a possedere la sua immagine. In queste storie, come già nell’Uomo alla finestra, si assiste al tentativo di prendere in qualche modo le misure dei rapporti umani, di interrogarsi su di essi senza pretendere di fornire interpretazioni univoche o risposte definitive. Come è nello stile dell’autore, questa interrogazione si avvale spesso di elementi simbolici: è il caso della statuetta che in “Lontano, molto lontano” passa di mano in mano rappresentando la libertà, i sogni, le speranze, le passioni che ciascuno di noi si sforza a fatica di conservare, e declinando le varie accezioni dell’espressione che dà il titolo alla storia (un luogo dove ricominciare una nuova vita o nascondersi, ma anche quello dove spariscono la persona amata o la mente di chi ha perso tutto nella vita). Questo breve racconto, realizzato negli anni Ottanta per un portfolio olandese, è stato concepito come una piccola ballata con il testo, originariamente in inglese, strutturato in 4 strofe composte a partire dal refrain Away, far away. Mattotti ama paragonare il suo lavoro alla musica, dichiarando di concepire i suoi racconti per immagini come racconti musicali. La cura per gli aspetti ritmici emerge chiaramente da questo lavoro, nell’equilibrio perseguito tra parole e immagini, nei vuoti, nei silenzi. Rispondendo all’esigenza di mantenersi in armonia con la parte visiva, i testi di Lilia Ambrosi e Gabriella Giandelli risultano essenziali, evocativi, hanno il ritmo della poesia. Sono il frutto di un intenso lavoro di confronto tra il disegnatore e le sceneggiatrici, di una sintonia artistica e umana che Gabriella Giandelli ben racconta nel suo testo introduttivo.
Pubblicato per la prima volta in Italia nel 2006 da Einaudi, nella collana Stile Libero Extra, e riproposto nel 2009 nel volume dedicato a Mattotti per la collana I Maestri del Fumetto, il libro viene oggi ripubblicato da #logosedizioni con due storie in più rispetto all’edizione originale e arricchito da altri contenuti inediti. Oltre a schizzi originali e tavole legate ai sei racconti da affinità tematica o stilistica, il volume comprende due testi realizzati appositamente da Lorenzo Mattotti e Gabriella Giandelli per questa edizione.
Francesca Del Moro
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